| [Giulia] |
| | oddio che indietro che sono: Chapter 6: un dolore tagliente
Testarda come ero il giorno dopo tornai comunque a scuola, fingendo di stare bene. Un po’ barcollavo,ma speravo non si notasse. Appena entrai in classe vidi che Sara e Ambra sedevano vicine. Passai lì vicino e non mi degnarono di uno sguardo. Mi dovetti sedere dietro di loro con quel ragazzo, Alex. La mattinata passò lenta tra una lezione e l’altra. Finita scuola fui trattenuta da Alex per via di un libro. Riuscì ad uscire, solo dopo mezz’ora, a tal punto che cominciai a pensare che mi trattenesse apposta. Mi stupii un po’ di non essere stata male. Cominciai a camminare per la via più isolata che portava a casa fino a che... un dolore tagliente si attagliò sulla mia schiena. Gemetti per il dolore e una voce conosciuta rise. -Non hai ancora capito che c’è qualcosa di strano, eh? Del resto sei una mocciosa - rise di nuovo. Mi girai appena e vidi due figure, non riuscì a distinguere chi fossero che svenni. Aprì gli occhi sbattendoli più volte. Girai la testa quella camera … -Di nuovo?- esclamai -Eh già, di nuovo- mi rispose ridendo. -Nate.. - mi girai verso di lui mettendomi a sedere. Mi lasciai sfuggire un gemito per il dolora alla schiena, aveva fatto un movimento troppo brusco. -cos’è successo stavolta?- continuai. Lui rise, ma non come al solito. -Nulla, ti sei solo fatta male- si fece serio. -Menti!- Esclamai. -Non è affatto vero, perché dovrei farlo?- mi urlò contro per tutta risposta. I miei occhi si riempirono di lacrime: perché faceva così?. Riuscì a trattenermi. -Perché io ho visto!- continuai senza guardarlo - c’erano due persone ed una di esse aveva una voce che conosco, era Alex! Ne sono sicura!-. La prima lacrima scese ma io continuai. -Ecco perché! Lo so che è successo qualcosa! Dimmelo! C’era qualcuno dietro di lui e so che tu sai perché non mi avresti mai trovata in quella via deserta per caso se non fosti stato presente!- cominciai a piangere, lui non rispose e fece finta di non avermi sentito. Mi alzai meticolosamente ed uscii dalla camera, prima di richiudere la porta però sussurrai un “Grazie”. Nate si alzò di scatto spalancando la porta. Mi prese il polso e mi riportò in camera. Mi abbracciò. -Prima mi urli contro e poi mi dici grazie?- sussurrò sorridendo – è per il tuo bene che non te lo dico, ma se non mi vuoi parlare … capisco-. Rimanemmo così per un po’ poiché non sapevo come reagire. Le lacrime però non si placarono. Fui io a lasciare l’abbraccio. -Scusami- sussurrai uscendo. Prima di rincasare mi asciugai le lacrime, aprii la porta e trovai i miei genitori ad attendermi seduti sul divano. Posai lo zaino a mi avvicinai a loro, il mio malessere era scomparso. -Cara, dobbiamo dirti una cosa – cominciò mia madre – e se non vuoi noi lo capiremo: abbiamo deciso di trasferirci, molto lontano, per motivi di lavoro. Ci trasferiremo fra due settimane ma avrai solo una settimana per decidere. In caso tu non voglia seguirci rimarrai qui, scegli bene, per favore- .Annuì. Superai il salotto ed entrai in camera. Sapevo già che mi sarei trasferita, qui ormai non avevo più nessuno. Studiai fino a sera, il giorno seguente avvisai qualche amica, ma e cose con Nate o Sara non si sistemarono. Oramai la mia vita era come la mia schiena, un dolore tagliente la affliggeva. Chapter 7 : now I realize! POCHI GIORNI PRIMA DEL TRASFERIMENTO Uscendo da scuola, ritornai sulla via in cui mi ero ferita. Volevo saperne di più… molto di più, ma in questo modo non avrei scoperto niente. -Ancora qui?- qualcuno rise. Mi girai. -A…A-Alex?!- esclamai balbettando. – “a-ancora qui?”. Cosa intendi dire?- -Non hai capito ancora nulla, eh? Ho sentito dire che ti trasferirai, lascia che ti aiuti a trasferirti … in un altro mondo-. Alzò la mano destra, uno stano scintillio l’avvolse e in pochi secondi il suo arto divenne una lama. -e-e-eh?-. Ero più che spaventata. Non è umano!. Mi avrebbe uccisa se non scappavo, ma avevo così tanta paura che … che non mi muovevo. Stava per colpirmi … ma qualcosa glielo impedì. Una cordicella era annodata al suo polso, seguì con lo sguardo la traiettoria che lasciava fino scoprire che a lanciarla era stato un… ragazzo. Portava un cappotto lungo nero, in stile gotico, lasciato aperto. Gli occhi erano coperti dai capelli. -Te la prendi con una ragazza, che non è nemmeno dannata? Che vigliacco- disse ridendo. Lui con la cordicella si illuminarono si azzurro, anche Alex dopo poco si illuminò e una scossa elettrica lo pervase. Il ragazzo che aveva lanciato la scossa in pochi secondi lo ritrovi davanti a me. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio. -Scappa, nasconditi lì dietro e aspettami. Per ora Alex è stordito, ma non per molto- -c … chi sei?- . Lui allontanò appena e mi sorride . –N… -. Posò un dito sulle mie labbra. - Shhh… fai quello che ti ho detto.- Si girò e io mi nascosi dietro un muro. Non osai guardare la battaglia che si svolgeva, ma non durò a lungo. Nate arrivò con un paio di ferite, gli saltai addosso abbracciandolo e piangendo. -S…Scusami! … Ma ti prego ora spiegami tutto- - Io ed Alex, come altre persone come Ambra, siamo chiamati i Dannati: persone con poteri sopranaturali, che in realtà non vorrebbero- sorrise malinconico – io, ad esempio controllo l’elettricità.- -Ambra è dannata? Sara è in pericolo! Aiutami!- esclamai. Nate sciolse l’abbraccio e mi prese per il polso. -Non c’è tempo da perdere! Veloce, cerchiamola. So dov’è Ambra!-. Ci ritrovammo, dopo aver camminato a lungo, in un cantiere, in un angolo di esso giaceva Sara ricoperta di ferite e sangue. In un altro Ambra rideva di gusto. -Saraaa!!- gridai correndo da lei, Ambra agitò una mano ed una ventata d’aria gelida mi lanciò contro un muro procurandomi diverse ferite. Non riuscivo a muovermi. -Layla!-.Nate lanciò contro Ambra una delle sue armi cariche di elettricità , ma fu spazzata via dal vento e direzionata verso di me. Aiutami Nate!! domai posto tutti gli altri pLomesso
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